KIDS POWER: DIRE LE PAROLE GIUSTE CON LA VOCE GIUSTA

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Il 20 Novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la Convenzione Internazionale sui Diritti dei Bambini. Nei capitoli successivi analizzeremo alcuni articoli e soprattutto risponderemo alla domanda : Qual è l’arduo compito che devono svolgere educatori genitori e insegnanti affinché i diritti dei bambini vengono rispettati ?

I DIRITTI DEI PIÙ PICCOLI E LA RESPONSABILITÀ DEI PIÙ GRANDI

“Nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza, e neppure di affronti illegali al suo onore e alla sua reputazione. Il fanciullo ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o tali affronti.”

L’articolo appena citato è il il 16 della Convenzione Internazionale sui Diritti dei Bambini e si chiama “Diritto alla propria intimità”. Questo articolo è uno dei tanti per cui bambini, ma soprattutto adolescenti, si battono ogni giorno affinché genitori e familiari lo rispettano.

Ogni genitore vorrebbe sapere tutti i giorni cosa dicono e fanno i propri figli e quest’ultimi non ne sono per niente felici . Questa divergenza è il motivo per cui spesso e volentieri sorgono accese discussioni tra genitori e figli, per evitare questi spiacevoli avvenimenti è importante fin da subito chiarire due concetti :

  • genitori: non avete super poteri tanto meno quello dell’ubiquità, per tanto l’unica alternativa che avete per sapere cosa fa vostro figlio è: chiedere, senza usare metodi alternativi come leggere o guardare effetti personali. Non c’è niente di più bello che creare una relazione con i vostri figli basata sul rispetto e la fiducia reciproca che tra l’altro sono due elementi che pretendevate anche voi da ragazzi.
  • Bambini e ragazzi : è fondamentale pretendere di avere i propri spazi e la propria privacy ma è ancora più importante tenere presente che il motivo che spinge i vostri genitori a violarla è perché vogliono essere partecipi delle vostre giornate brutte o belle che siano.

 

PICCOLI PENSATORI CRESCONO

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Gli Stati parti rispettano il diritto del fanciullo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

L’articolo appena letto è il 12: il diritto di pensare. Tale facoltà mentale è una tra le più importanti che possiede l’essere umano, non a caso l’uomo viene anche chiamato “essere pensante”. Alcune volte si compie l’errore di sottovalutare o peggio non considerare il pensiero di un bambino solo per l’età e di tenere presente solo il pensiero dell’adulto. Avere una conversazione diretta e senza filtri con i propri figli è fondamentale soprattutto se l’argomento del dialogo coinvolge pienamente il bambino e la sua stabilità. Non dimentichiamo che avere l’opinione di una seconda persona, grande o piccola che sia, aiuta a guardare la situazione che si sta vivendo da un’altra prospettiva che alla fine si rivela quella migliore.

In qualità di genitori, educatori e insegnanti dobbiamo incoraggiare i bambini e ragazzi a esprimere la propria opinione in modo diretto e nel rispetto della persona con cui si sta parlando. È importante sottolineare che tale atteggiamento non è da compiersi solo in rare occasioni ma SEMPRE!.

Questo articolo oltre a essere fondamentale per ciò che dichiara ha una valenza educativa: incoraggiare i propri figli a pensare con la propria testa e ad accettare opinioni non condivise aiutano il bambino a crescere e a maturare come persona.

TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE

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Gli Stati parti riconoscono i diritti del fanciullo alla libertà di associazione e alla libertà di riunirsi pacificamente.”

Questa affermazione la troviamo nell’articolo 15: il diritto di stare insieme. Uno dei luoghi dove troviamo la massima espressione di ciò che afferma questo scritto è la scuola. In questo contesto centinaia di bambini di diversa etnia, età e religione si relazionano, alcune volte per richiesta altre per volontà propria, dando vita a indimenticabili amicizie.

La possibilità che i bambini hanno di stare insieme dovrebbe essere considerata non tanto come una semplice circostanza di forza maggiore ma come un occasione per crescere e per creare associazioni di bambini e bambine che hanno interessi in comune e voglia di fare.

Dal punto di vista educativo e pedagogico il fatto che i bambini condividono lo stesso spazio li aiuta a sviluppare e migliorare diverse abilità da quelle logiche a quelle relazionali in un lasso di tempo sorprendentemente breve.

Tale situazione si verifica perché bambini e adolescenti tendono a osservarsi e a riprodurre in modo immediato ciò che hanno visto o sentito. Dal punto di vista sociale ed etico tale “convivenza” aiuta il bambino a conoscere e soprattutto ad accettare coetanei di diversa etnia e a non considerarli “diversi” solo per il colore della pelle ma al contrario uguali per l’età e gli interessi.

LA GUERRA NON È UN GIOCO DA INSEGNARE

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I bambini e le bambine non devono essere coinvolti in conflitti armati o essere reclutati come militari. In caso di guerra gli Stati devono proteggerli e garantire loro le cure necessarie”

L’articolo di cui parleremo in questo capitolo è il 38 della Convenzione Internazionale sui Diritti dei Bambini e si chiama: diritto alla pace.

Ci sono bambini nel mondo che giocano con i propri soldatini , armi giocattolo o che si cimentano a “fare la guerra” con i propri coetanei. Ve ne sono tanti altri purtroppo che assistono veramente alla guerra infatti: sentono quotidianamente rumori di spari, urla di gente disperata e vedono case ed edifici distrutti o addirittura sono delle vittime.

Al giorno d’oggi la creazione e il numero di persone che possiedono videogiochi a sfondo violento è in continuo aumento, tale fattore è positivo dal punto di vista economico per chi produce il gioco ma è negativo per chi ne fruisce soprattutto se i fruitori sono bambini. Quest’ultimi infatti affascinati dalla trama e dalla storia del videogioco tendono spesso e volentieri a riprodurlo nella vita reale, alcuni di voi potrebbero pensare che quest’ultima affermazione sia esagerata ma : a quanti di voi è capitato di vedere o addirittura partecipare a giochi di “lotta” tra amici? E soprattutto come sono terminati questi giochi?. Il vero problema sta nella risposta all’ultima domanda: la maggior parte delle volte questi giochi finiscono con litigi causati da una spinta o un calcio dato troppo forte.

In qualità di insegnanti, educatori e genitori dovremmo trasmettere ai nostri figli e alunni tre punti fondamentali:

  1. La differenza tra la realtà e la finzione: nella vita reale purtroppo vi sono bambini che assistono veramente alla guerra e riportano danno psicologici ( oltre a quelli fisici ) imponenti; nei videogiochi nessuno arreca dolore a nessuno in quanto storia e personaggi sono frutto della finzione.
  2. Bisognerebbe capire le ragioni degli altri, ascoltare le loro opinioni, senza pregiudizi usando metodi non violenti.
  3. La guerra non è un gioco vi sono persone che per gestire un conflitto armato e per difendere i civili sono state addestrate e formate e tale mestiere lo fanno di professione. Non è compito dei bambini né prendere parte ai conflitti armati né riprodurlo in altri contesti.

SONO HANDICAPPATO NON INCAPACE!

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Gli Stati parti riconoscono che i fanciulli mentalmente o fisicamente handicappati devono condurre una vita piena e decente, in condizioni che garantiscano la loro dignità, favoriscano la loro autonomia e agevolino una loro attiva partecipazione alla vita della comunità”

L’articolo appena citato è il 23 ossia: il diritto all’uguaglianza e tratta una tematica complessa. Dare le stesse opportunità che ha una persona in grado di muoversi autonomamente a soggetti che non possono usufruire del proprio corpo liberamente a causa di malformazioni genetiche o di altro genere è un’ impresa titanica. Prima di tutto bisognerebbe creare un rapporto paritario senza che un individuo non sia inquietato dalla pietà o dalla sopportazione della persona disabile. Tale compito è difficile in quanto al giorno d’oggi : ignoranza, cinismo e pregiudizi sono i veri handicap sempre più diffusi e difficili da eliminare.

La soluzione a tale richiesta è la seguente e qui gioca ruolo fondamentale l’adulto, che dovrebbe eliminare gli ostacoli che creano problemi ai disabili e istruire i propri figli a rispettare la persona portare di handicap e gli spazi a lui adibiti. Per compiere quest’ultima azione educatori genitori e insegnanti dovrebbero far provare ai propri ragazzi il disagio che provano le persone disabili quando vengono violati i loro spazi e strumenti. Oppure dare l’opportunità allo studente di “multare” un suo compagno quando questo non rispetta le necessità di un disabile. Queste tecniche non sono vincenti ma sicuramente favoriscono un incontro concreto con la realtà dei fatti mutando così il pensiero di colui che prima non si curava delle persone con handicap.

QUAL È L’ARDUO COMPITO CHE DEVONO SVOLGERE GENITORI EDUCATORI E INSEGNANTI AFFINCHÉ TALI DIRITTI VENGONO RISPETTATI?

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I diritti non sono un “premio” che si vince come ricompensa ma un bene prezioso che ogni bambino ha fin dalla nascita. Tali diritti esprimono i bisogni dei bambini e in quanto tali devono essere rispettati e soprattutto soddisfatti per poter crescere bene.

Il messaggio che vuole lanciare la Convenzione Internazionale sui Diritti dei Bambini è che i bambini devono essere trattati come tali ovvero come piccole creature che pensano (talvolta di più degli adulti) , stanno con gli amici e soprattutto giocano.

Il compito degli adulti è far si che tali diritti vengano rispettati: ascoltando i propri figli o studenti, rispettandoli e giocandoci insieme. Bisogna avere cura delle “piccole” generazioni con cui lavoriamo proteggendoli nel limiti del possibile da ogni male e facendoli trascorrere una vita tranquilla.

Fonte: ragazzarci speciale vademecum “a piccoli grandi passi”

Camilla Ghirardi

Volontaria Arciragazzi

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